Tettoia, i casi nei quali può essere realizzata in regime di edilizia libera

Una tettoia può essere realizzata in regime di edilizia libera quando è di piccole dimensioni e non impatta sull’assetto urbanistico-edilizio.

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Purché sia di ridotte dimensioni, una tettoia può essere realizzata in regime di edilizia libera. Per poterla installare in questo modo, però, deve avere una sola finalità: quella di riparare o proteggere. Deve assolvere, in altre parole, la funzione di elemento di completamento dell’immobile sul quale è stata applicata.

Nel momento in cui non si rientra nei casi che abbiamo descritto, la realizzazione di una tettoia richiede il permesso di costruire. La pratica deve essere avviata nel momento in cui la realizzazione della tettoia comporti, almeno per consistenza e per caratteristiche costruttive, una vera alterazione della sagoma, del prospetto e della volumetria dell’immobile. In questi casi, volendo sintetizzare al massimo, si arriva a realizzare un ambiente completamente autonomo e quindi la tettoia non costituirebbe una semplice pertinenza.

Tettoria pertinenziale: quando è necessario il permesso di costruire

Quando è necessario il permesso di costruire per installare una tettoia pertinenziale? A rispondere a questa domanda ci ha pensato il Consiglio di Stato attraverso la sentenza n. 2110 del 4 marzo 2024, con la quale i giudici hanno deciso di accogliere il ricorso contro un’ordinanza di demolizione che era stata disposta da un Comune. Questo aveva ritenuto che per la realizzazione della tettoia pertinenziale fosse necessario richiedere il permesso di costruire.

A determinare il carattere abusivo dell’intervento è la chiusura di una tettoia che esisteva già in precedenza. Erano state, infatti, installate delle vetrate apribili, che avrebbero permesso di creare del volume aggiuntivo rispetto all’immobile principale.

Il Comune, inoltre, aveva contestato la modifica di destinazione di due diversi locali, che erano collocati proprio a ridosso dell’immobile principale. Attraverso la realizzazione di alcune aperture, questi erano diventati intercomunicanti.

I giudici del Consiglio di Stato hanno sostanzialmente spiegato che:

  • il permesso di costruire è obbligatorio solo e soltanto per le tettoie di dimensioni consistenti. E quando vanno ad incidere sull’assetto urbanistico-edilizio del territorio in maniera duratura e stabile. Il permesso di costruire deve essere richiesto quando l’intervento determina una pesante alterazione dello stato dei luoghi;
  • le tettoie possono essere realizzate in edilizia libera nel momento in cui hanno delle dimensioni ridotte. E quando, soprattutto, sia evidente e riconoscibile la loro finalità, che deve essere di semplice riparo o protezione. È necessario, inoltre, che la loro consistenza risulti essere assorbita all’interno dell’immobile o in una parte dello stesso.

Palazzo Spada, però, non riteneva condivisibile la valutazione del TAR, che aveva qualificato la chiusura della tettoia come una ristrutturazione edilizia e che aveva considerato i locali come una nuova costruzione, ai sensi di quanto disposto con l’articolo 3 del DPR n. 380/2001.

Per i lavori minori non c’è la demolizione

Il Consiglio di Stato ha messo in evidenza che la tettoia oggetto del contendere risulta essere un semplice elemento di protezione del fabbricato. La chiusura era stata fatta unicamente su due lati, mentre sulla testa era stata installata una vetrata apribile.

Per quanto riguarda i lavori interni, dai documenti messi agli atti, risultava esclusivamente l’apertura di due porte interne che permettevano la comunicazione con i suddetti locali. Non è stata, invece, apportata la modifica di destinazione d’uso.

Questo significa, in altre parole, che la tettoia e la relativa chiusura risultano essere dei lavori riconducibili al regime dell’ edilizia libera. Gli interventi realizzati internamente senza titoli, invece, possono essere considerati come dei modesti abusi che non possono essere sanzionati con una demolizione.

Il ricorso è stato accolto.

Pierpaolo Molinengo

Autore

Pierpaolo Molinengo

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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