La sicurezza sul lavoro è al centro del recentissimo Decreto Pnrr, attraverso il quale il Governo ha introdotto nuove regole sulla qualificazione e sulla formazione. L’ Esecutivo a guida Giorgia Meloni ha introdotto una nuova patente a punti, di cui dovranno dotarsi obbligatoriamente le imprese e i professionisti che operano nei cantieri.
Una novità che se da un lato rappresenta un passo avanti nel tentativo di portare una maggiore sicurezza nei cantieri, dall’altro lascia scontenti un po’ tutti. Le imprese, che la ritengono un inutile aggravio burocratico, e i sindacati, che la giudicano insufficiente.
Ma vediamo come funzionerà la patente a punti nei cantieri.
Sicurezza nei cantieri: arriva la patente a punti
La patente a punti – o più correttamente a crediti – è un nuovo sistema di qualificazione dei lavoratori autonomi e delle imprese. I soggetti che abbiamo appena citato dovranno dotarsi obbligatoriamente di questo strumento per poter continuare ad operare nei cantieri edili.
L’obbligo scatterà il prossimo 1° ottobre 2024. A rilasciare la patente a punti sarà direttamente l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che si dovrà basare su una serie di requisiti, tra i quali ci sono:
- l’iscrizione alla Camera di Commercio;
- l’adempimento degli obblighi formativi;
- il possesso del Documento unico di regolarità contributiva (DURC);
- il possesso del Documento di valutazione dei rischi (DVR);
- la disponibilità del Documento unico di regolarità fiscale (DURF).
Non appena emessa la patente a punti avrà una dotazione di trenta crediti, che verranno decurtati a seguito di una serie di violazioni che espongono i lavoratori ai seguenti rischi:
- infortuni;
- inabilità;
- morte dei lavoratori.
Attraverso la frequenza di una serie di corsi di formazione i crediti decurtati possono essere reintegrati. Perché un’impresa o un lavoratore autonomo possano lavorare in un cantiere devono essere in possesso di almeno 15 crediti. Nel caso in cui, all’interno di un cantiere, dovesse lavorare un qualsiasi soggetto con meno di quindici punti è prevista una sanzione amministrativa da 6.000 a 12.000 euro.
Aumentano le ispezioni
Oltre alla patente a punti, il Decreto Pnrr prevede un incremento delle forze ispettive. Nel corso del 2024 aumenterà l’attività investigativa del 40% rispetto al 2023. È previsto un nuovo concorso per aumentare il contingente degli ispettori del lavoro, del nucleo ispettivo dei Carabinieri e del personale ispettivo Inps e Inail.
Aumenteranno, inoltre, le misure per prevenire e contrastare il lavoro irregolare. L’erogazione di benefici normativi e contributivi sarà subordinata all’assenza di violazioni della disciplina in materia di lavoro. Sono previsti, inoltre, dei premi in favore dei datori di lavoro che si dimostrano virtuosi.
Il Governo provvederà a coordinare le attività ispettive, ma soprattutto andrà a potenziare il sistema sanzionatorio anche nei subappalti. Le sanzioni penali scatteranno in caso di somministrazione fraudolenta di lavoratori o di una loro utilizzazione illecita.
I dubbi sulla patente a punti
Qualche perplessità sulla patente a punti arriva da Confartigianato, che ritiene essere
un meccanismo farraginoso e pieno di incertezze e lacune applicative, destinata a non produrre alcun risultato positivo in termini di riduzione degli infortuni, mentre rischia di trasformarsi nell’ennesimo balzello burocratico sulle spalle degli imprenditori edili, in particolare le piccole imprese, che duplica oneri economici e adempimenti amministrativi rispetto a quelli già esistenti.
Confartigianato ritiene che:
la sicurezza sta a cuore a noi imprenditori per primi e non si tutela con la burocrazia, ma con il rispetto di regole che devono essere chiare ed applicabili, con gli organismi paritetici tra Organizzazioni imprenditoriali e sindacati dei lavoratori, con la prevenzione e la formazione, con l’applicazione corretta dei contratti nazionali di lavoro del settore, attraverso l’associazionismo d’impresa che diffonde la cultura della legalità, incrociando le tante banche dati esistenti per porre in essere un efficace piano nazionale della prevenzione, con un sistema di ispezione sul lavoro rafforzato e senza inutili duplicazioni di competenze.
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