L’impatto operativo della Direttiva “Case Green” in Italia. Scelte progettuali di riqualificazione del patrimonio edilizio

In attesa della definizione finale delle disposizioni della nuova Direttiva EPBD e degli adempimenti previsti, due esperti analizzano l’impatto operativo e le scelte progettuali che comunque interesseranno il patrimonio edilizio italiano

Tempo di lettura:6 Minuti

In attesa della definizione finale delle disposizioni della nuova Direttiva EPBD e degli adempimenti previsti, due esperti analizzano l’impatto operativo e le importanti scelte progettuali che comunque interesseranno la riqualificazione del patrimonio edilizio italiano

Mercoledì 25 Ottobre 2023 la ns. Divisione Formazione ha organizzato un incontro di studio al fine di analizzare le possibili conseguenze e l’impatto a livello nazionale della recente approvazione della Direttiva Case Green da parte del Parlamento Europeo con la partecipazione di due noti esperti in materia di edilizia e urbanistica ed in sistemi termotecnici:  il Geom. Alessio Tesconi e l’ Ing. Marcello Contù.  

La Direttiva EPDB (European Performance of Buildings Directive) ha l’obiettivo di promuovere  la riqualificazione di tutti gli edifici nei vari Stati Membri dell’UE affinché si possa ridurre l’impatto ambientale del consumo energetico del patrimonio immobiliare europeo sia residenziale che non residenziale e pubblico. E se da un lato si garantisce una maggiore tutela ambientale, d’altro canto le disposizioni della Direttiva comporteranno delle conseguenze ed adempimenti non indifferenti  per quanto riguardala riqualificazione del patrimonio edilizio italiano.

Il Geom. Alessio Tesconi ha sintetizzato alcuni aspetti che emergono dal disegno di legge che accompagna la legge di bilancio 2024 che hanno un impatto sul sistema edilizio e di conseguenza, anche sul Superbonus, sintetizzate nella slide sotto riportata:

Aumento ritenute sui bonifici previsto nel 2024

L’adozione della Direttiva comporterà innanzitutto l’obbligo della ristrutturazione di tutti gli immobili degli Stati Membri che risultano in classi energetiche obsolete. Tale necessità nasce dal fatto che moltissime unità immobiliari presentano sistemi di riscaldamento vecchi ed energivori: in Italia utilizziamo circa 38 miliardi di metri cubi di gas per produrre energia elettrica e circa il 67% di tali consumi derivano dal riscaldamento. Incentivi di questo tipo pertanto, si riversano sull’efficienza delle nostre case con un forte abbattimento dei costi.

In particolare:

  • gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028;
  • entro il 2030 gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, che dovrà divenire entro il 2033 classe D;
  • entro il 2027 gli edifici non residenziali e pubblici dovranno essere in classe E, e nel 2030 in classe D;
  • dal 2035 verrà vietato l’utilizzo di combustibili fossili.

Se gli obiettivi stabiliti dalla Direttiva “Case Green” sono virtuosi e pregevoli in termini ambientali, essi richiedono tuttavia ingenti investimenti da parte dei contribuenti.  Si ricorda infatti che nel nostro Paese sono circa 12,2 milioni gli edifici residenziali e soltanto un quarto di questi è in possesso di un sistema energetico a basso impatto ambientale.

Molti immobili sono stati edificati prima della Legge n. 10/1991 e attualmente mostrano una classe energetica inferiore alla classe “D”. Ecco che gli Stati Membri dell’Unione dovranno garantire, ognuno per la propria nazione, un supporto finanziario adeguato ed apposite salvaguardie sociali per raggiungere le soglie ed i target stabiliti nella Direttiva EPBD. Fondamentale sarà anche il ruolo delle banche, nei confronti delle quali la Direttiva prescrive che siano adottate “misure volte a garantire i prodotti di credito a favore dell’efficienza energetica per la ristrutturazione edilizia e che siano ampiamente proposti in modo non discriminatorio dagli istituti finanziari e siano visibili e accessibili ai consumatori”.

Vi sarà dunque uno “stop” anche alle caldaie a gas. Al Catasto ne sono registrate 19 milioni e di queste, 7 milioni hanno più di 15 anni e consumano il 50% del gas usato in Italia.  

Il 2025 rappresenterà la “deadline” per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni stabilite per il 2030 e 2050.

Entro il 2033 dovremo efficientare il 15% del parco immobiliare energivoro ed i dati ANCE hanno evidenziato come in assenza di “bonus edilizi” impiegheremo 630 anni per raggiungere tale obiettivo. Ciò a dimostrazione del fatto che l’incentivo del Superbonus 110/90% ad oggi ha efficientato circa 3,1% degli immobili residenziali; dunque sarebbero sufficienti 10 anni per raggiungere il target di efficientamento previsto per il 2033.

Il Superbonus ha funzionato in modo sistematico e sicuramente non si può fare a meno del meccanismo della cessione del credito in quanto, se regolamentato adeguatamente e con tutti i requisiti di asseverazione e di visto di conformità, può continuare a portare a positivi ed importanti risultati.

Il Geom. Tesconi ha inoltre evidenziato come a seguito del trilogo politico del 31 agosto 2023, sia arrivato un cambio di strategia nel piano di lavoro sulla revisione della Direttiva.

Fino a quel momento erano stati affrontati passaggi non centrali del testo: è stato trovato un accordo sugli artt. 1, 4, 11a), 13, 20-24, oltre ad alcuni allegati. Rimangono sul tavolo l’art. 15 in tema di finanziamento e competenze e l’art. 9, in cui si parla di riqualificazione energetica, vengono inserite le misure finanziarie ritenute adeguate e previsti regimi finanziari pubblici e privati. Si stabilisce inoltre la necessità di “forza lavoro qualificata” per consentire la tempestiva attuazione delle norme minime di prestazione.

Gli Stati Membri però possono decidere di non applicare le norme minime di prestazione per edifici vincolati od altrimenti legislativamente “classificati” nei singoli paesi.  Vi sono dunque una serie di deroghe riconosciute.

L’art. 15 stabilisce che gli Stati Membri devono predisporre finanziamenti e misure di sostegno consoni in combinazione con altri strumenti dell’Unione, quali il dispositivo per la ripresa e la resilienza, il Fondo sociale per il clima, i fondi della politica di coesione e tutto ciò dovrebbe contribuire ad eliminare il ricorso ai “prestiti ponte” e possibili problemi di insolvenza dei cittadini e dovrebbe facilitare l’accesso a prestiti bancari a prezzi abbordabili. Si incentiveranno così sconti in fattura, la cessione del credito, aliquote fiscali ridotte sui lavori di ristrutturazione e quindi sistemi di detrazioni fiscali e sistemi di sconti in fattura.

Nella parte conclusiva dell’incontro di studio, l’Ing. Marcello Contu ha fornito diversi suggerimenti pratici operativi nella scelta dell’impianto di riscaldamento migliore, al fine di rendere possibile le riduzioni di emissioni inquinanti.

Tra le varie opzioni che possono aiutare a migliorare l’efficienza energetica di un edificio, vi sono i sistemi di riscaldamento che utilizzano pompe di calore ad assorbimento di gas. L’installazione di pompe di calore di questa tipologia consente di migliorare le prestazioni sia in condomini con l’uso di impianti centralizzati, quanto in abitazioni di tipo monofamiliare, facendo crescere anche di due classi energetiche.

Ciò è dovuto grazie alla consolidata efficienza media della pompa di calore che, essendo poco soggetta alle variazioni di temperature esterne, consente di diminuire i consumi e pertanto di ridurre conseguentemente il fabbisogno energetico dell’edificio, aumentando la propria classe energetica.

In sintesi,  l’importanza della consapevolezza a livello sociale della necessità di adeguamento del parco immobiliare esistente agli obiettivi previsti dalla Direttiva “Case Green” è indubbia. Tuttavia le scadenze prefissate a livello europeo, ad oggi, nelle attuali condizioni sia economiche che sociali, non potranno essere verosimilmente raggiunte.  C’è ancora molto da fare, soprattutto in Italia, dove il patrimonio immobiliare risulta largamente vetusto sul piano strutturale ed energetico. Saranno quindi necessari interventi di ristrutturazione e di sostituzione dei vecchi sistemi di riscaldamento i quali inesorabilmente incidono ed incrementano le emissioni di gas ad effetto serra.

In conclusione, per raggiungere questi obiettivi resta fondamentale il ruolo dei bonus fiscali i quali, in soli due anni e mezzo, sono stati in grado di rendere possibile l’efficientamento e ristrutturazione di molti fabbricati italiani.  Ci si auspica quindi che ogni governo, sia attuale che futuro, voglia mantenere una politica lungimirante di incentivazioni sia ai fini della riqualificazione energetica e strutturale del patrimonio edilizio esistente, sia ai fini dell’apporto che tutto il settore edile e relativo indotto ha contribuito nella crescita del PIL del Paese. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *