Il Superbonus nel Friuli Venezia Giulia: tavola rotonda con i principali esperti

Gli enti, istituzioni ed ordini professionali principali della regione forniscono un quadro aggiornato sul Superbonus in Friuli Venezia Giulia

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Martedì 26 ottobre Geo Network, software house ed ente di formazione per l’edilizia e lo studio tecnico, ha organizzato una tavola rotonda online dove sono intervenuti esponenti dei più importanti enti, ordini professionali ed istituzioni della Regione Friuli Venezia Giulia, coinvolti nella catena dell’attuazione del Superbonus.

Gli interventi hanno fornito un quadro aggiornato sull’attuazione dell’agevolazione Superbonus 110% nella Regione Friulia Venezia Giulia ed in particolare hanno evidenziato i trend degli interventi agevolati in corso; l’impatto sulle imprese locali e sui prezzi; gli effetti CILAS sul procedimento istruttorio ordinario nonché portato gettato luce su molte criticità ancora da risolvere.

Sono intervenuti:

  • ANCI Friuli-Venezia Giulia: Dott. Dorino Favot Sindaco del Comune di Prata di Pordenone e Presidente ANCI Friuli-Venezia Giulia
  • Agenzia delle Entrate: Dott.ssa Catia Cancellieri Capo ufficio Consulenza della Direzione regionale
  • Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Udine: Geom. Lucio Barbiero Presidente
  • Collegio dei Geometri di Udine Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Pordenone: Geom. Angelo Bortolus Presidente Collegio dei Geometri di Pordenone
  • Presidente Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Udine: Dott. Alberto Camilotti
  • Federazione Regionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori del Friuli Venezia Giulia: Arch. Gianluca Fantuzzi
  • Ordine dei Periti Industriali della Provincia di Udine: Per. Ind. Daniele Mansutti
  • Esperto: Geom. Alessio Tesconi consulente e formatore superbonus
  • Geo Network: Dott.ssa Andreana Hedges

L’evento è stato accreditato dal Comitato Regionale Geometri e Geometri Laureati del Friuli Venezia Giulia, dalla Federazione Regionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori del Friuli Venezia Giulia, dall’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Udine e dal Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati.

Superbonus al 110% nella Regione Friuli – Venezia Giulia

Punti di sintesi

Martedì 26 Ottobre 2021

Geom. Lucio Barbiero, presidente del collegio di Udine, La specialità del codice dell’edilizia del Friuli-Venezia Giulia con le modifiche apportate dalla Legge Regionale n. 6 del 14 Maggio 2021

È opportuno definire le modifiche apportate alla legge regionale 19 al codice dell’edilizia del Friuli- Venezia Giulia con la legge regionale 6 del 14.05.2021. Le modifiche più importanti sono state apportate su richiesta per gli addetti al lavoro, per le categorie professionali tecniche, ma da parte delle associazioni di categoria e delle amministrazioni comunali.

Il Friuli-Venezia Giulia con una circolare del giugno del 2020 aveva iniziato a portare all’attenzione dei RUP e dei tecnici comunali l’aspetto delle abitabilità rilasciate nel tempo dai comuni; con le modifiche apportate con la Legge Regionale 6 del 2021, viene data efficacia al titolo di abitabilità o permesso d’uso dell’immobile, che i comuni hanno rilasciato nel tempo. A supporto di ciò vi sono anche numerose sentenze presenti in giurisprudenza che sono state chiare in merito.

L’efficacia della abitabilità nella regione Friuli- Venezia Giulia, con i 18 mesi stabiliti a far data del 19 di novembre del 2009 e l’entrata in vigore del nostro codice regionale dell’edilizia va a tranquillizzare una situazione di patrimonio edilizio che non era così certo. Ma l’efficacia di abitabilità viene confermata ed ha piena validità, anche se ci sono delle difformità – difformità che possiamo trovare dal titolo originario, cioè dal progetto che ha generato quel titolo d’uso dell’immobile. Questa operazione va in favore del cittadino e a tutela della proprietà, in quanto ha messo uno sbarramento al 25% di quella che è la superficie, il volume e l’altezza del fabbricato e ha ammesso questa possibilità laddove vi sia un edificio, magari con la stessa sagoma o la stessa volumetria senza aumento di superficie o volume, eseguito e realizzato in modo totalmente difforme da quello che era il progetto iniziale.

Questa importante disposizione regionale viene confermata nella circolare del 21 settembre 2021 emanata dal Friuli Venezia Giulia: l’efficacia dell’abitabilità viene confermata anche qualora non vi siano aumenti di superficie, in lieve difformità che al momento del sopralluogo del tecnico comunale fossero state riscontrate, ma non fosse fatto presentato il progetto di parere; l’abitabilità in questo caso assorbe anche queste piccole difformità.

Altra innovazione importante compresa nelle disposizioni della legge regionale 6 è l’allineamento della definizione di ristrutturazione edilizia: per la ristrutturazione noi avevamo un disposto che era l’articolo 38 abrogato completamente ed è stato scritto anche nella parte dell’articolo 4, in cui vengono dettagliati gli interventi della ristrutturazione edilizia. La ristrutturazione edilizia è stata allineata al D.p.r. 380/01: ciò significa che abbiamo la possibilità di fare la totale demolizione e ricostruzione, ma con lievi aumenti di volumetria. Il tutto finalizzato al miglioramento energetico, al miglioramento sismico, al superamento delle barriere architettoniche. Questa disposizione porterà sicuramente dei vantaggi per la sostituzione di buona parte del nostro patrimonio edilizio. Ad esempio la demolizione e ricostruzione impone una distanza di 5 metri dai confini, ecco che con questa disposizione possiamo derogarla, riconducendoci però alle disposizioni del Codice Civile. Ci vengono garantiti degli interventi che permetto di apportare miglioramenti e sostituzioni ormai indispensabili ai nostri giorni.

Anche i comuni devono volgere l’attenzione verso queste disposizioni, per riuscire a finalizzare gli interventi con gli accorpamenti delle piccole proprietà, in quando i centri storici sono caratterizzati da diverse piccole unità, da diversi piccoli ambiti che vanno accorpati. Con delle giuste iniziative si può andare in favore dell’accorpamento, con l’ausilio anche di consulenze legali qualora necessario: andando in questa direzione si accoglierà l’utilizzo del bonus fiscale.

Lo stato legittimo degli immobili: la regione Friuli Venezia Giulia ha inserito nella legge regionale l’art. 40-ter, in cui viene tratteggiato un allineamento con la disposizione del D.p.r. 380/01; viene definito che qualora non vi siano dei titoli che si possono reperire o il cliente/ cittadino non li abbia ed il comune non sia provvisto di nessun tipo di documentazione in archivio, il riferimento è quello che riguarda la parte di primo impianto del Catasto oppure altre prove quali contratti, documentazione fotografica o altro materiale storico per confermare l’esistenza e la legittimità di quell’edificio. Sarebbe opportuno in questo senso un luogo dedicato per l’accesso agli atti, per verificare e per estrarre i documenti giacenti presso gli archivi delle pratiche edilizi.

Qualora non venisse trovata la documentazione agli atti presso gli archivi, sarebbe utile e necessario che i comuni forniscano una dichiarazione: alcuni comuni lo stanno già facendo, mentre altri comuni stanno facendo resistenze. I professionisti hanno una responsabilità diretta su quello che si va poi a progettare e definire relativamente al bonus fiscale: sarebbe consigliabile sollecitare al rilascio di queste dichiarazioni che attestino il non aver ottenuto nessun risultato di giacenza di documentazione presso l’archivio comunale.

Una parte delle disposizioni dell’articolo 30 che riguardano i contributi del costo di costruzione, vanno a incentivare il recupero del centro storico. Nella manutenzione straordinaria, nel restauro conservativo, cambio di destinazione, demolizione e ricostruzione, con diversa distribuzione totale, non vi è nessun onere di cui all’articolo 29 della legge e non c’è nessun contributo da versare al comune, purché si rimanga entro il 20% della superficie esistente. Costituisce questa una ulteriore possibilità per il cittadino per fruire dell’agevolazione.

Inoltre è possibile il frazionamento di più unità immobiliari, senza aumento di superfici imponibili all’interno.

Il Collegio di Udine ha cercato di fare il possibile anche per informare i cittadini e gli addetti ai lavori di quelle che sono le disposizioni e le possibilità per ottenere e attuare gli interventi edilizi coi bonus fiscali, però abbiamo sempre dato l’indicazione di usare la prudenza, perché nelle procedure che devono portare all’intervento edilizio bisogna avere una condizione precisa di quella che è la situazione di legittimità dell’edificio su cui si va a intervenire e qui la legge regionale è venuta incontro.

Si auspica che vi siano chiarimenti e certezze che possano mettere in condizione di tutelare gli interessi dei ns clienti, senza margine di errore.

Geom. Angelo Bortolus, presidente del Collegio dei Geometri di Pordenone

Le importanti interpretazioni che sono state necessarie per favorire le regolarizzazioni del patrimonio edilizio hanno inevitabilmente prodotto una mole di lavoro rilevante a cui uffici dei comuni devono far fronte. I tempi non saranno proprio brevi e ci sono numerose richieste.

Diverse le richieste di ANCI e ANCE affinché il Superbonus possa essere prorogato almeno sino al 2023 in quanto ciò permetterebbe di sanare molti immobili. La decadenza del beneficio del 110% non è pregiudicata dalla presenza di abusi, ma se al 110% viene abbinato un altro bonus fiscale, per questo non vi sarà esenzione. Si suggerisce dunque di eseguire le sanatorie affinché gli immobili siano apposto per possibili futuri accertamenti.

Geom. Alessio Tesconi – Focus sulle novità introdotte dal DL 77/2021 – Semplificazioni Bis

Analizzando i dati Enea per il Friuli–Venezia Giulia in termini di dati Super Ecobonus al 110% possiamo affermare che:

  • 1156 è il numero delle asseverazioni depositate;
  • 153.947.600,34 è il totale degli investimenti ammessi in detrazione alla data del 30.09.2021;
  • dei 1156 interventi, rileviamo che 105 sono legati ai condomini, 670 sono legati agli edifici unifamiliari e 381 alle u.i. funzionalmente indipendenti;
  • l’investimento medio per i condomini è pari a €611.856,01, per gli edifici unifamiliari si attesta a €89.222,89 e infine per le u.i. funzionalmente indipendenti è pari a €78.539,07.

In termini di un’analisi socio-economica particolari sono i dati forniti dal Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, che ha lavorato in queste settimane al fine di analizzare l’impatto della spesa Superbonus non solo in merito ai fabbricati, ma anche sul valore prodotto in termini occupazionali. È una previsione fatta a dicembre 2021 ed il Centro Studi ritiene:

  • di poter arrivare a fine anno con circa 9 miliardi di euro di spesa Superbonus;
  • che il valore della produzione attivato nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici si attesterà intorno a 13.557.500,00 euro;
  • che si possa arrivare ad un aumento occupazionale pari a 153 mila unità;
  • che vi sarà un’occupazione indiretta attivata in altri settori connessi indotto di circa 54000 persone;

che la produzione aggiuntiva da Superbonus al 110% in percentuale agli investimenti fissi lordi sia pari al 5,8%.

Le general contractor che si sono venute a costituire per la gestione del Superbonus spesso non sono in grado di fronteggiare la gestione della pratica: la motivazione è la mancanza di esperienza e di specializzazione professionale. La tendenza dunque è quella di sub appaltare il tutto, non fornendo però delle volte al committente i risultati prospettati.

Ecco la rilevanza in questi termini del DURC: costituisce infatti un documento fondamentale per la conoscenza delle imprese a cui verrà affidata la gestione dei lavori, pertanto concorre anche alle possibili decadenze dei benefici fiscali. Ricordiamoci a tal proposito che dal primo novembre entrerà in vigore il DURC di congruità per i lavori privati oltre i €70.000,00 che consente di comprendere se l’impresa possiede le caratteristiche legate alla manodopera per poter realizzare l’intervento in oggetto.

Arch. Gianluca Fantuzzi, Federazione Regionale degli architetti, Analisi dell’atterraggio Superbonus sul tessuto urbanistico ed edilizio.

Si ritiene che l’atterraggio Superbonus sia poco incisivo in quanto riprendendo un po’ i numeri, si può notare come i circa 1100 interventi che l’Enea nel suo report ci ha comunicato in merito alle asseverazioni presentate a livello regionale del Friuli- Venezia Giulia, è chiaro che per questi 1100 interventi possiamo ipotizzare che siamo stati interessati circa 2500-2800 unità abitative complessive, rispetto al patrimonio edilizio esistente in regione, che nel 2011 ammontava a circa 680 mila unità abitative: è chiaro che l’incidenza degli interventi finora espletati, rappresenta probabilmente meno dello 0,004%. Pertanto sembra si possa affermare che l’impatto del Superbonus sia molto scarso rispetto agli obiettivi prefissati, volti cioè al processo di miglioramento delle prestazioni energetiche e dell’adeguamento sismico. Questi dati sono comunque migliorativi rispetto quanto è stato fatto negli anni precedenti con il sistema delle detrazioni fiscali.

Pertanto se da una parte l’incisività è stata scarsa fino ad oggi, diverso è il discorso per quanto riguarda l’impatto economico: la crisi di molti anni ha trovato nel Superbonus linfa vitale.

Inoltre si prevede che i 154 milioni di investimenti complessivi in Regione effettuati ad oggi entro la fine dell’anno cresceranno in maniera significativa. Certamente questi investimenti in assenza di Superbonus non sarebbero mai stati sostenuti.

L’elemento di grande novità introdotto dal Decreto Rilancio, è l’estensione della possibilità di cessione del credito e si sintetizzano di seguito alcune riflessioni a tal riguardo:

  • senza la cessione del credito e senza la possibilità connessa di avere un finanziamento da parte di Istituti bancari, gran parte di questi interventi non sarebbe stata possibile. Il Superbonus da una parte ha potenziato l’aliquota di detrazione, ma soprattutto ha reso possibile degli interventi attraverso il meccanismo della cessione.
  • L’introduzione di un soggetto nuovo come l’istituto creditizio all’interno del processo edilizio ha generato alcune difficoltà nel senso che l’approccio operato dalle banche ha rallentato di fatto l’applicazione del Superbonus. Sono comprensibili le difficoltà che si sono riscontrate e l’auspicio è che qualcosa del processo venga modificato o semplificato.
  • Molte le complicanze legate ai titoli abilitativi, alla conformità urbanistica e alla legittimità – aspetti di natura tecnico-operativa che devono essere tutti fronteggiati. Rimane però il fatto che niente di tutto questo avrebbe valore se poi non riusciamo a finanziare il nostro intervento. La presenza di un sistema finanziario che presti il denaro necessario a realizzare l’intervento è determinante. È necessario che l’accesso al credito da parte dei singoli proprietari o da parte del condominio diventi più efficiente e più efficace.
  • La presenza di società di revisione, con cui i professionisti si trovano ad interfacciarsi, sono indispensabili per la trasparenza e la correttezza del procedimento, ma anche in questo caso, sarà doverosa una semplificazione. Una criticità è stata ravvisata con riguardo alla difficoltà di accesso al credito e di autorizzazione poi connessa della cessione del credito fiscale.
  • Nel nostro territorio fino ad oggi c’è stata una scarsa disponibilità di aziende locali propense ad effettuare lo sconto in fattura. Questo ha favorito nel mercato la presenza di General contractor, che hanno un po’ contribuito all’innalzamento del valore dell’investimento, non presentando però sempre i requisiti professionali necessari per gestire le pratiche.
  • Limitatezza degli interventi che si sono visti realizzare: il rischio di una applicazione massiva della detrazione fiscale non graduata è legata solo alla tipologia dell’intervento e non alla qualità dello stesso, applicata poi in un settore che non ha una grande capacità di adeguarsi al mercato, in virtù di operatori che non hanno caratteristiche industriali. Spesso le competenze sono di tipo artigianale, volte cioè a realizzare interventi tradizionali, legati al proprio sapere, con una difficoltà di adeguarsi radicalmente all’innovazione. Dunque la ricerca di interventi facili e rapidi da eseguire in questo momento storico rischia di emarginare i centri storici, che comprendono gli immobili più bisognosi di interventi riqualificativi, ma che presentano maggiori livelli di complessità anche organizzativa (spesso ad es. diventa difficile individuare un’unità sismica o gli interventi con rivestimenti esterni sono difficili da realizzare a causa di vincoli paesaggistici, ecc.).
  • Congruità della spesa: si ritiene sia necessario individuare i prezzi standard massimi per le singole lavorazioni, affinché si possa anche intervenire con tabelle che vengono aggiornate su base annuale o semestrale e che siano loro in un certo senso a condurre il mercato, perché se ci si impone con un prezzo standard massimo questo poi diverrà prezzo di mercato. Dall’altro lato però utilizzare i prezziari DEI o i prezziari regionali costituisce un aspetto fondamentale, in quanto prezzi di riferimento sui quali poi l’impresa effettua il proprio ribasso.
  • Problema di assetto normativo: c’è bisogno di un riordino con riguardo alla sovrapposizione che in questi anni si è determinata con troppe aliquote: il riordino deve passare attraverso un sistema premiante, attraverso un meccanismo secondo cui si ottenga una detrazione fiscale maggiore se si fanno interventi più complessi e di qualità. Fondamentale è la qualità dell’intervento, perché non è possibile raggiungere la riqualificazione energetica degli edifici in un unico modo, con un’unica tipologia di intervento.
  • Cambiamenti che sono in atto nella disciplina urbanistica e che vanno nella direzione di premiare la trasformazione del patrimonio edilizio esistente e quindi nuova definizione di ristrutturazione edilizia, deroghe alla disciplina delle distanze, piani volumetrici, scomputi, eccetera: se da una parte sono del tutto comprensibili, dall’altra può nascere la preoccupazione che il Superbonus che impatta su questi cambiamenti della normativa urbanistica, in qualche modo li acceleri e li renda attuali. L’esaltazione del Superbonus rischia di svuotare l’operatività dei piani regolatori e le indicazioni specifiche locali legate alla salvaguardia del territorio e di natura paesaggistica e non dobbiamo correre il rischio di fare un danno maggiore all’ambiente. Fondamentale la sostenibilità ambientale, che gli architetti hanno cercato di promuovere in vari modi. Ecco che si dovrebbe provare a fare un Superbonus che tenga conto anche della qualità degli interventi dal punto di vista della sostenibilità ambientale e di uso di altre risorse in maniera consapevole.
  • Responsabilità dei progettisti negli interventi di Superbonus: negli ultimi anni è stato svolto un lavoro di presa di consapevolezza da parte dei progettisti locali e dell’esistenza di un patrimonio architettonico del recente passato, che spesso non rientra tra gli edifici vincolati dal punto di vista monumentale o paesaggistico, ma che per noi hanno comunque valore. Questa presa di consapevolezza ha portato alla redazione di una guida dell’architettura del ‘900 per quanto riguarda la città di Pordenone, poi anche presa in considerazione dall’amministrazione pubblica: occorre prudenza quando si interviene in questo patrimonio edilizio, che senza dubbio è gravato da una vetustà.

Si devono fare interventi che siano sì, di riqualificazione energetica ma occorre che siano interventi di qualità; il sistema delle detrazioni dovrà consentire di guidare questi interventi attraverso un sistema che moduli il bonus in funzione della qualità dell’intervento e che tenga conto della qualità energetica, ma anche della qualità architettonica.

Dott. Dorino Favot, Presidente ANCI e Sindaco di Prata di Pordenone, Gli effetti della CILA-S sul procedimento istruttorio ordinario.

L’iniziativa del Superbonus è stata accolta da ANCI con favore, perché è chiaro che tutta una serie di interventi che sono agevolati dalla normativa in vigore, hanno portato ad una ripartenza di tutta una serie di attività edilizie che sicuramente aiutano lo sviluppo del territorio e tutta una serie di attività.

In tale sede si ritiene opportuno dare alcuni chiarimenti:

  • questi provvedimenti non hanno tenuto in debito conto quelle che sono le realtà dei vari comuni. I comuni tra le varie competenze hanno anche quella di gestire la parte del territorio – dall’urbanistica fino al rilascio di tutto quella che è la verifica inerente all’attività edilizia. Questo tipo di provvedimenti ha creato delle difficoltà, se pensiamo che in molti casi ci sono comuni che hanno delle dimensioni piuttosto ridotte. Addirittura ci sono degli uffici tecnici che non si occupano soltanto di urbanistica ed edilizia privata, ma anche di lavori pubblici piuttosto che di patrimonio, quindi tutta una serie di situazioni che hanno comportato delle difficoltà. Pensiamo ad esempio al fatto di andare a cercare pratiche edilizie datate: non sempre ci sono archivi digitalizzati, pertanto la ricerca diventa abbastanza gravosa per gli uffici. A fianco all’attività ordinaria degli uffici si è aggiunta questa notevole mole di lavoro in più. Nella Regione Friuli-Venezia Giulia, ci sono comuni che hanno sostenuto gli effetti negativi dovuti dal terremoto del 1976, che addirittura hanno avuto una implementazione del numero di pratiche in archivio da trattare e certe volte anche da riprendere.
  • Lo Stato aveva anche messo a disposizione dei fondi per poter incrementare il numero di personale dipendente a disposizione, però ad oggi non abbiamo avuto delle risposte che ci potessero dare manforte. Chi svolge questa attività di ufficio di sportello nei confronti dei professionisti spesso si trova nella difficoltà di poter soddisfare le richieste come giusto che sia. Il fatto di non aver potuto ancora attingere a un numero superiore di personale addetto ha creato molte difficoltà, ripercuotendosi sui tempi di risposta.
  • La possibilità di attingere a questi benefici ha incrementato sicuramente la parte economica e questo incremento è andato ad aggiungersi a livello di attività al problema della difficoltà di reperimento di materie prime. Il risultato finale è stato quello di vedere incrementati i prezzi delle attività di libera edilizia del Superbonus ma anche i prezzi delle opere pubbliche.
  • Il Superbonus è un elemento positivo che sicuramente giova alla ristrutturazione e al miglioramento del patrimonio edilizio ma aiuta anche tutto ciò che è attività edilizia quindi lo sviluppo economico che è una cosa su cui tutti i sindaci del Friuli-Venezia Giulia ci tengono moltissimo.

Passato questo periodo di emergenza, l’auspicio è che per queste attività di agevolazione ci sia una migliore programmazione e organizzazione a partire proprio dall’alto, per non far trovare impreparati nessuno e anche per non rischiare di far perdere più tempo del dovuto ai professionisti o alle imprese.

Dott. Alberto Camilotti, Ordine dei Commercialisti di Udine, Analisi di criticità e benefici dei visti di conformità

Fondamentale è stato accanto al Superbonus l’utilizzo del bonus facciate 90% nelle nostre città, che tuttavia a fine anno vede la cessazione. Pertanto, se le esigenze sono quelle di gettito, prima di chiudere definitivamente una normativa così importante con tanti cantieri in essere, il suggerimento dovrebbe essere quello di abbassare la percentuale di detrazione dal 90% al 75%, 80% o 70% perché rimarrebbe comunque un grandissimo incentivo e parallelamente, inserire all’interno di questa agevolazione, alcune delle previsioni di carattere di controllo che sono previste invece per il Superbonus.

È vero che la normativa ha avuto un grandissimo successo per le percentuali e per la mancanza di burocrazia, ma è altrettanto vero che la percentuale elevata e la mancanza di burocrazia possono essere due elementi che in qualche modo favoriscono il fatto di prendere delle decisioni veloci o nascondere eventuali problemi.

Se il governo vuole continuare a dare enfasi a questo strumento sarebbe opportuno che lo depotenzi di pochi punti percentuali che rimangono lo stesso poco determinanti al fine di scegliere questa agevolazione e inserisca invece sempre con l’ausilio di professionisti, dei controlli sia di carattere quantitativo, sia di carattere qualitativo, per determinare poi il successo dell’agevolazione.

Superbonus e relative proroghe: se l’agevolazione viene bloccata in corso d’anno può dare davvero dei problemi perché la norma fino a oggi è stata da pochi utilizzata (per villette e immobili unifamiliari) per due ordini di motivi:

  • il privato si è dovuto destreggiare in notevoli adempimenti burocratici soprattutto di carattere edilizio, quali difficoltà nel recuperare le conformità edilizie, l’accesso agli atti delle pubbliche amministrazioni, peraltro pubbliche amministrazioni che hanno lavorato in situazione di Smart Working, di fatto rallentando il normale flusso documentale;
  • il privato ha incontrato il problema di capire come trovare la provvista finanziaria, da dover anticipare prima di giungere alla cessione del credito;
  • impossibilità di fare una programmazione con le imprese che in questo momento sono state per lo più incentivate dal punto di vista imprenditoriale a recuperare lavori più importanti, come i condomini, per i quali i margini di profitto sono maggiori e dove l’organizzazione delle imprese è maggiore.

Manca il tempo tecnico per realizzare questi interventi e quindi porre un limite al 30 di giugno significa buttare via il 90% del lavoro fatto senza dare termine a quel 10% che significa fare i lavori, per poter poi conseguire i benefici e arrivare a quello che era lo spirito della norma ossia una riqualificazione del tessuto urbano. L’auspicio è che soprattutto per le villette unifamiliari si possa avere il riconoscimento di una proroga.

La cosa che più è mancata a questa norma è la possibilità di programmare: fin da quando è stato scritto il primo decreto, l’orizzonte temporale per l’esecuzione di lavori pareva ai tecnici troppo limitato. Nella realtà questa previsione è stata confermata e quindi quello che oggi gli operatori economici, imprese da un lato, contribuenti dall’altra e professionisti come terzi richiederebbero non è uno snellimento delle procedure burocratiche – procedure giustamente richieste, perché la mole di denaro messo in campo dal mondo pubblico per questa agevolazione è davvero altissima. Quello che manca invece è una programmazione: se per assurdo il bonus 110% fosse anche limitato nelle sue percentuali al 90% ma fosse prorogato fino al 2024, questo aprirebbe la strada ad una serie di lavori che invece per mancanza di progettazione oggi inevitabilmente scompariranno.

La categoria dei commercialisti arriva alla fine del processo, in funzione alla necessità di porre il visto di conformità – visto di conformità che è necessario al fine dell’adempimento della cessione del credito.

Tutta la normativa legata agli sconti in fattura è stata decisamente agevolata dal decreto sul Superbonus, perché oltre a prevedere la modalità di fruizione del Superbonus, in modalità alternativa la detrazione con lo sconto in fattura, ha aperto queste opzioni anche agli altri bonus del mondo della casa, con l’unica esclusione del bonus verde e del bonus mobili.

Abbiamo cominciato ad apporre i visti di conformità: c’è un grandissimo lavoro soprattutto per coloro che desiderano beneficiare della agevolazione entro il 31.12.2021 e ricordiamo che per la grande maggioranza dei contribuenti questa è una agevolazione che va ad impattare direttamente sulle detrazioni. Le detrazioni ragionano sulla base del criterio di cassa, quindi la maggior parte dei lavori che verranno pagati entro il 31.12.2021 cominceranno a poter portare i propri benefici o con la cessione del credito immediata o con la prima dichiarazione dei redditi relativi all’anno 2021, che verrà effettuata a partire dal 2022.

Il grosso impulso di questa norma non è tanto per la prima forma di utilizzo, che è la forma di utilizzo diretta, quanto per le altre due modalità:

  • sconto in fattura,
  • cessione del credito.

In questi due casi è necessario oltre alle asseverazioni tecniche emesse dalle professioni tecniche in senso lato, il visto di conformità emesso da un professionista contabile, tributarista iscritto all’Ordine dei Commercialisti o dei Revisori contabili o da soggetti abilitati.

Il visto di conformità aiuta a riverificare tutta la procedura e ripassare tutti i documenti che sono stati utili per giungere alla funzione del contributo e permette una review di tutto quello che è stato fatto per giungere alla conclusione positiva del tutto.

Per lo sconto in fattura e la cessione del credito esistono alcune caratteristiche comuni e alcune caratteristiche invece che sono specifiche. Le caratteristiche comuni sono:

  • la finestra temporale (la validità del principio di cassa per il pagamento dei beni dedicati all’agevolazione per coloro che decidono di portare il contributo al di fuori dell’attività di impresa e il principio di competenza, quando il beneficiario dell’agevolazione è un soggetto che svolge attività di impresa).
  • l’individualità del diritto di esercizio delle opzioni;
  • possibilità di esercitare le opzioni in relazione a ciascuno stato di avanzamento lavori;

Le caratteristiche specifiche sono per lo sconto in fattura:

  • ammontare massimo dello sconto pari al valore del corrispettivo;
  • ammontare dello sconto per le agevolazioni la cui percentuale non supera il 100% e pari al credito di imposta, mentre per l’agevolazione 110%, lo sconto corrisponde al totale del corrispettivo;
  • l’importo dello sconto non riduce l’imponibile ai fini dell’IVA;
  • possibilità che il fornitore applichi uno sconto soltanto parziale.

Le caratteristiche specifiche per la cessione del credito:

  • il cessionario acquisisce un credito di imposta corrispondente all’ammontare della detrazione spettante;
  • il cessionario può essere un soggetto terzo qualsiasi, compresi gli intermediari finanziari, ma non necessariamente);
  • l’opzione per la cessione non può essere parziale e deve riguardare l’intero ammontare;
  • è ammessa cessione differita.

Con riguardo specifico all’ammissione della cessione differita occorre fare una precisazione: la normativa vigente specifica che il 30.06.2022 sarà una deadline oltre la quale non è possibile andare. Per operare la cessione del credito e lo sconto in fatto è di fatto necessario oltre le asseverazioni tecniche e al visto di conformità, la trasmissione all’Agenzia delle Entrate, entro la metà del mese di marzo dell’anno successivo a quello del sostenimento delle spese, di una comunicazione con la quale il soggetto che cede il credito comunica gli estremi del lavoro eseguito e comunica altresì gli estremi del soggetto cessionario, indicando di fatto il codice fiscale del soggetto che acquista il credito. Questa comunicazione deve essere fatta per ognuno dei lavori che il contribuente esegue e può essere fatta solo se siano stati compiuti degli stati di avanzamento dei lavori.

Se non vi sarà proroga sicuramente accadrà che molti contribuenti decideranno si sostenere il massimo delle spese entro giugno 2022: non avranno la documentazione necessaria per cedere questo credito entro marzo dell’anno prossimo per cui nell’anno 2023 utilizzeranno il primo quinto dell’agevolazione all’interno della propria dichiarazione dei redditi e cederanno invece entro l’anno successivo i quattro quinti rimanenti, permettendo così di portare a casa l’agevolazione 110% e utilizzando la detrazione diretta nella propria dichiarazione dei redditi per il primo anno, mentre per gli altri 4 anni si adotterà la modalità della cessione del credito.

Questa è l’unica possibilità che ad oggi sarà concessa a tutti coloro che cominciano i lavori in ritardo o che li stanno progettando per riuscire a fare il massimo dei lavori stessi entro il 30 di giugno, ma non avendo ancora entro il 30 giugno 2022 a posto tutte le carte per la rendicontazione e la chiusura della pratica Enea. Vigendo il criterio di cassa l’importante per il privato sarà che la spesa avvenga entro il 30 giugno 2022, ben potendo produrre la documentazione successiva, sia quella delle asseverazioni che quella delle prestazioni da fornire all’Enea nei 90 giorni successivi alla conclusione dei lavori.

Dott. Alessandro Zadro, Presidente Confartigianato Edile del Friuli-Venezia Giulia,

Il territorio friulano è costituito soprattutto da case singole e la struttura delle imprese è quella delle micro dimensioni. Gli artigiani con il Superbonus hanno visto la possibilità di poter crescere e di poter fare degli investimenti – investimenti che andavano innanzitutto nella direzione del personale, ossia assumere nuove figure da formare e far entrare nell’azienda.

La stessa cosa vale per gli investimenti a livello di strutture e di attrezzature: si è iniziato a dialogare tra piccole imprese in quanto si è capito che per affrontare situazioni di questo tipo c’è la necessità di fare sinergia che va un po’ oltre però alla collaborazione fine a sé stessa, quanto piuttosto con la voglia di fare qualcosa di diverso.

La categoria degli artigiani si è già mossa e si spera possa esserci una certa lungimiranza da parte dei governanti, perché le detrazioni fiscali mettono in evidenza che non ci sono soldi da spendere: le famiglie, soprattutto i giovani, non hanno la disponibilità attualmente per poter realizzare la propria casa. Se non troviamo formule come il Superbonus o altri incentivi di questo tipo, tutto ciò diventerà molto complicato e il bacino d’utenza si stringerà sempre di più e ciò si ripercuoterà negativamente sul piccolo mondo artigianale.

Andreana Hedges

Autore

Andreana Hedges

Amministratore Geo Network e Responsabile Divisione Formazione e Marketing

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