Azione di riduzione senza accettazione con beneficio di inventario: quali sono le conseguenze?

Erede pretermesso ed azione di riduzione per recuperare la quota di legittima

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Ogni volta che il de cuius lascia tra i suoi possibili eredi dei parenti molto stretti (in particolare coniuge e figli ed eventualmente non avesse figli, i suoi ascendenti), questi soggetti hanno diritto ad una quota del patrimonio ereditario che si chiama quota di riserva proprio per il fatto che, secondo il codice civile, dovrebbe essere loro destinata sin dal principio da parte del futuro de cuius.

Questo significa non tanto che il futuro de cuius abbia un patrimonio per buona parte intoccabile finché in vita (e finché in vita può fare quello che vuole del suo intero patrimonio), ma più semplicemente che egli debba avere consapevolezza del fatto che seppure abbia la libertà di disporre del proprio patrimonio in maniera integrale, potrebbe succedere un domani alla propria morte che uno o più di questi eredi legittimari potrebbero agire in riduzione per recuperare detta loro quota di riserva.

Il legittimario pertanto, una volta apertasi la successione può agire in giudizio con la azione di riduzione per recuperare la sua quota riducendo non solo il testamento lesivo ma anche le eventuali donazioni fatte in vita dal de cuius.

E qui iniziano i problemi.

Il comma 1 dell’art.564 c.c, infatti, prevede che “Il legittimario che non ha accettato l’eredità col beneficio d’inventario non può chiedere la riduzione delle donazioni e dei legati, salvo che le donazioni e i legati siano stati fatti a persone chiamate come coeredi, ancorché abbiano rinunziato all’eredità. Questa disposizione non si applica all’erede che ha accettato col beneficio d’inventario e che ne è decaduto”.

E se l’erede agisce in giudizio, configurando cosi una accettazione tacita e non potendo quindi più procedere alla accettazione con beneficio di inventario, cosa succede? Non potrà più recuperare la sua quota di riserva?

La risposta è si, ma solo su parte dei beni. Non potrà infatti rifarsi sui beni trasferiti (per donazione o testamento), a soggetti diversi dai coeredi.

E se se l’erede legittimario fosse completamente pretermesso e agisse in riduzione senza aver avuto alcuna chiamata ereditaria? Come potrebbe accettare una eredità a cui non è nemmeno chiamato?

La giurisprudenza per fortuna sul punto è chiara: se l’erede legittimario fosse completamente pretermesso e agisse in riduzione senza aver avuto alcuna chiamata ereditaria (si pensi al caso di un testamento fatto tutto a favore di un terzo): in tal caso, non potendo effettuare alcuna accettazione di una eredità a cui non è stato chiamato, egli non potrà essere obbligato ai sensi dell’art. 564 c.c. alla accettazione beneficiata.

In tal senso Cassazione civile sez. II 03 luglio 2013 n. 16635: Condizione fondamentale per chiedere l’azione di riduzione delle donazioni o delle disposizioni lesive della porzione legittima, è soltanto quella di essere tra le persone indicate nell’ art. 557 c.c., e cioè di rivestire la qualità di legittimario, mentre la condizione stabilita dall’ art. 564, comma 1, c.c. della preventiva accettazione con beneficio di inventario vale solo per il legittimario che rivesta in pari tempo la qualità di erede e non trova applicazione nel caso in cui l’erede sia totalmente pretermesso.

Anche recentemente la Corte di Cassazione Civile, Sez. II, Ordinanza, 7 febbraio 2020, n. 2914 ha precisato che se non c’è patrimonio residuo in quanto l’asse ereditario è stato integralmente svuotato in vita dal de cuius, il legittimario, proprio perché pretermesso, non assume la qualità di erede fintanto che non eserciterà l’azione di riduzione e ne risulterà vittorioso e quindi non sarà tenuto all’accettazione beneficiata per far esprimere all’azione di riduzione tutta la sua portata.

Vero è, in generale, che è bene per l’erede, se parzialmente pretermesso, accettare con beneficio di inventario per non limitare la portata della azione di riduzione.

Avv. Francesca Micheli

Autore

Avv. Francesca Micheli

Francesca Micheli è avvocato del foro della Spezia. Esperta in diritto civile, della famiglia e delle successioni ha svolto negli anni numerosi corsi di formazione e convegni presso ordini professionali sia in aula che in modalità webinar, oltre a svolgere la libera professione nel proprio foro di appartenenza.

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