Assegno di mantenimento: spetta alla ex moglie benestante?

Se il coniuge “separato” è in grado di mantenersi da solo, sia donna che uomo, l’assegno divorzile sarà ben ridotto e giustificabile solo di fronte ad una incapacità oggettiva dell’ex coniuge di mantenersi da solo.

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L’assegno di mantenimento costituisce una misura di sostentamento economico, che stabilisce il giudice che pronuncia la separazione dei coniugi, in favore di chi non è in grado di mantenersi in modo autonomo, così da consentirgli di godere di un tenore di vita analogo a quello che aveva durante gli anni di matrimonio.

Per determinare l’ammontare esatto dell’assegno, il giudice deve considerare diversi fattori: i redditi del marito e della moglie, l’età del beneficiario del mantenimento, la durata del matrimonio, le spese prevedibili e l’assegnazione della casa familiare.

Una recente ordinanza della Suprema Corte di Cassazione (Cass. Ord. 27 luglio 2021 n. 21504 ) ha ricordato che, come previsto dall’articolo 156 del codice civile, il mantenimento è disposto qualora l’ex coniuge “non abbia adeguati redditi propri”.

Secondo la giurisprudenza per redditi adeguati devono intendersi quelli che servono a conservare il tenore di vita che si aveva durante il matrimonio, perché “durante la fase di separazione è ancora attuale il dovere di assistenza materiale tra i coniugi”.

Con il divorzio, però, le cose cambiano: viene eliminato ogni legame e obbligo reciproco tra i coniugi, che diventano indipendenti l’uno dall’altro, e l’assegno di mantenimento stabilito in fase di separazione viene solitamente ridotto molto nell’importo, oppure eliminato.

Il mantenimento dopo il divorzio è dunque sganciato dal tenore di vita precedente; viene riconosciuta esclusivamente la somma necessaria per garantire il sostentamento o l’autosufficienza economica e non esiste nessun automatismo nel riconoscimento dell’assegno divorzile.

Il fattore essenziale per il riconoscimento dell’assegno divorzile è che l’incapacità di mantenersi sia incolpevole.

Nell’ultima pronuncia emanata in materia, la Suprema Corte di Cassazione (Cass. Ord. 04 agosto 2021 n. 22241) ha infatti negato l’assegno divorzile ad una ex moglie che era diventata economicamente indipendente e aveva sempre avuto, anche durante il matrimonio, un suo reddito, pari a quello del suo ex marito.

È stato inutile lamentare che non si era tenuto conto dei sacrifici fatti negli anni trascorsi insieme, il ricorso è stato respinto, perché, come ha rilevato il Collegio, “la donna non ha dimostrato di avere rinunciato alla sua carriera per sopperire alle esigenze del nucleo familiare”.

Ne deriva dunque che una moglie benestante, con un lavoro stabile e ben retribuito e propri beni patrimoniali, avrà molte poche possibilità di ricevere il mantenimento rispetto ad una donna meno benestante, con uno stipendio più esiguo, oppure, addirittura priva di redditi.

Andreana Hedges

Autore

Andreana Hedges

Amministratore Geo Network e Responsabile Divisione Formazione e Marketing

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