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A pochi giorni dalla scadenza del pagamento dell’acconto IMU 2020 non solo non è arrivata la proroga, come era prevedibile visto che le entrate di questa imposta vanno a rimpinguare le casse dei comuni vuote a causa delle emergenze a cui hanno dovuto fare fronte, ma anzi richiede il versamento di una somma in acconto il cui calcolo nasconde alcune problematiche.

Come calcolare l’acconto 2020?

Partiamo dal principio: con decorrenza 2020 la manovra finanziaria di fine anno scorso ha abrogato la Tasi, dando però la possibilità ai comuni di innalzare le aliquote IMU a copertura delle minori entrate previste. Nel frattempo, con la situazione generata dal Covid – 19 molti comuni non sono riusciti a decidere in merito alle nuove aliquote, forse anche per paura dell’impatto politico che avrebbe in questo momento il prevedibile ritocco verso l’alto delle aliquote.

Nonostante i ritardi però nei prossimi giorni i cittadini dovranno calcolare l’acconto da versare.

Come fare?

La normativa ha indicato come acconto il pagamento della metà di quanto pagato l’anno precedente, rinviando poi al saldo il calcolo preciso con le aliquote che verranno determinate nei prossimi mesi.

L’operazione è semplice, non c’è dubbio, ma siamo sicuri che sia anche la strada più corretta?

Una cosa sarebbe infatti prevedere il calcolo dell’acconto al 50% del dovuto in base alle aliquote 2019; diverso invece è chiedere il pagamento della metà di quanto effettivamente versato.

Nella maggioranza dei casi, infatti, le due somme coincideranno ma che succede, ad esempio, in caso di vendita di uno degli immobili da parte del proprietario a fine anno scorso? Ebbene si troverebbe a pagare una somma ben più alta del dovuto (calcolata tenendo conto dell’immobile non più suo), rinviando il conguaglio a fine anno. E in un periodo come questo, anticipare delle somme non è davvero semplice per molti italiani.

La novità del ravvedimento operoso

Una novità importante, e utilissima in questo periodo non essendo state previste moratorie al termine di pagamento, è la previsione, dal 2020, anche del ravvedimento operoso con scadenze lunghe (anche oltre l’anno), fino ad oggi previsto solo per i tributi erariali

Nessuna paura quindi per chi, nella confusione data dall’abrogazione della Tasi e dal ritardo nella determinazione delle nuove aliquote, dovesse sbagliare in difetto: potrà ravvedersi, pagando quindi una sanzione ridotta, fintanto che non riceverà la cartella esattoriale.

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Avv. Francesca Micheli

Autore

Avv. Francesca Micheli

Francesca Micheli è avvocato del foro della Spezia. Esperta in diritto civile, della famiglia e delle successioni ha svolto negli anni numerosi corsi di formazione e convegni presso ordini professionali sia in aula che in modalità webinar, oltre a svolgere la libera professione nel proprio foro di appartenenza.

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