“Pronti per il 55%”: i punti salienti dei rappresentati degli ordini professionali Italiani dal convegno dal Parlamento Europeo – sede di Bruxelles.

Oltre 4.000 professionisti collegati alla diretta Geo Network dal Parlamento Europeo per discutere i punti chiave del programma “Pronti per il 55%” con i più importanti esponenti del settore.

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Il primo Febbraio 2023 in diretta dal Parlamento Europeo di Bruxelles Geo Network ha organizzato un evento informativo, sulle nuove normative che nel corrente mese la Commissione Industria, Ricerca ed Energia (Itre) dell’Europarlamento dovrebbe votare, avviando l’iter di approvazione finalizzato ad avere un testo definitivo che inizierà a regolare da qui al 2030 vari settori strategici, quali l’ambiente, l’energia, i trasporti e gli affari economici e finanziari.

Oltre 4,000 professionisti hanno seguito la diretta dal titolo “Le soluzioni per frenare i prezzi energetici ed i bonus edilizi legati all’efficientamento energetico”. Sono intervenuti i presidenti di diversi ordini professionali italiani facenti parte della Rete delle Professioni Tecniche e l’Europarlamentare dott. Marco Zanni  al fine di discutere su diversi punti chiave del programma “Pronti per il 55%”.

Il programma “Pronti per il 55%” (“Fit for 55%”) è un insieme di proposte sviluppate dall’Unione Europea volte a fronteggiare il continuo aumento dei prezzi energetici ed a dare spazio a possibili soluzioni  nell’ambito degli stati membri dell’Unione che possano:

  • permettere una transizione economica, energetica ed ambientale giusta e socialmente equa;
  • consentire all’Unione Europea di acquisire una posizione leader nella lotta a livello mondiale contro il surriscaldamento globale e i cambiamenti climatici;
  • mantenere e incrementare l’innovatività e le forme di energie alternative che garantiscano un efficientamento energetico e una adeguata competitività dell’industria dell’Unione Europea;
  • una riduzione delle emissioni di “gas ad effetto serra”.

La registrazione del Convegno è visibile al seguente link

Devis Ciuccio, che ha moderato il convegno, ha ricordato che il Piano ha l’obiettivo di raddoppiare la quota attuale di energia rinnovabile prodotta nell’Unione Europea. In merito a questa tematica, è intervenuto il Presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali laureati, Giovanni Esposito, evidenziando che come ordine professionale hanno dato vita a un progetto chiamato “Illuminare la speranza” che ha permesso ad alcune città come, ad esempio, Murano (colpita da un calo del settore industriale dopo la pandemia), un percorso di riqualificazione con la transizione dai classici forni a gas ad altri che prevedono l’utilizzo di fonti diverse, ad energia pulita. Questo a dimostrazione che le comunità energetiche si possono realizzare e in particolare possono essere svolte in due modi:

  • con un accordo pubblico – privato, con la previsione di grossi impianti, che devono però soddisfare le esigenze economiche dei partner commerciali che investono in quel determinato territorio e questo se da un lato risolve il problema dell’ambiente, tuttavia dà meno sostenibilità invece ai bilanci familiari.
  • con un incarico dato al comune: in tal modo sarebbe possibile garantire un autoconsumo con un conseguente abbattimento in bolletta superiore al 70%.

Un altro obiettivo del Programma riguarda il miglioramento della prestazione energetica degli edifici, ossia ammodernare ogni anno il 3% della superficie abitabile degli edifici pubblici. Trattasi di nuove costruzioni che dovranno essere ad emissioni zero ed edifici privati che dovranno fare un passaggio ad una classe energetica più elevata. È intervenuto in merito a questa tematica il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati Maurizio Savoncelli, il quale ha precisato che ogni stato membro dell’Unione dovrà emanare un proprio piano nazionale che dovrà essere allineato a quelle che sono le peculiarità del proprio patrimonio immobiliare.

In Italia, in aggiunta al patrimonio di edifici storici e artistici più grande al mondo,  circa il 34% del parco edilizio esistente  risale agli anni ’60 –’80, pertanto sarebbe opportuna una strategia nuova da parte del legislatore che non si concentra solo su incentivi edilizi, ma che porti piuttosto a diversificare gli incentivi.

Il Presidente Savoncelli ha concluso con una proposta ai colleghi ingegneri ed architetti: considerando che l’efficientamento energetico di un edificio pubblico o privato impatta sulla programmazione territoriale, in alternativa gli incentivi fiscali, si potrebbero mettere in campo contributi diretti in un piano più ampio di rigenerazione urbana che tenga conto non solo dell’efficientamento energetico ma anche della sicurezza dei fabbricati, abbattimento di barriere architettoniche e servizi volti a risolvere problemi specifici e strutturali del territorio.

Inoltre, una risorsa per approvvigionare questo settore potrebbe provenire dalle foreste, che costituiscono il 35% del nostro patrimonio nazionale e costituisce materiale versatile e di riuso.

Un altro punto del programma “Fit for 55%” riguarda un uso del suolo e della silvicoltura più rispettosi del clima con protezione, ripristino e gestione sostenibile delle foreste. Le foreste dell’UE assorbono ogni anno l’equivalente di quasi il 10% delle emissioni totali di gas a effetto serra prodotti in Europa. A questo proposito è intervenuto il dott. Marco Bonavia, Consigliere del Consiglio Nazionale dei dott. Agronomi e Forestaliil quale ha evidenziato che è già in essere una strategia forestale europea che si coordina con una strategia europea per la biodiversità e che vede il suo adeguamento italiano con una strategia nazionale forestale, declinata poi con differenti regolamenti regionali. Occorre pertanto coniugare la produzione e la valorizzazione degli ecosistemi forestali esistenti attraverso tecniche innovative e quando è necessario, attraverso la riscoperta di quelle tradizionali.

Sempre in tema dell’agricoltura, il Presidente del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e del Periti Agrari Laureati, Mario Braga ha ricordato l’importanza delle politiche agricole europee  che non sono politiche marginali all’UE ma sono un fattore nevralgico della stessa perché quasi il 90% del bilancio nell’atto costitutivo dell’Europa si fonda sulle politiche agricole comunitarie. E questa rimane una indicazione importante perché attualmente, in questo ciclo e riciclo delle scelte che si vanno ad affrontare negli stati membri e nel quadro delle valutazioni del Parlamento Europeo, nascono una serie di criticità  disperdendo l’origine, l’elemento ispiratore che ha portato prima i sei padri fondatori e poi i ventisette partner, a ritrovarsi insieme a riflettere rispetto a dinamiche che devono accompagnare quelle che sono sfide epocali. La riduzione dell’inquinamento, la sostenibilità sono dei grandi processi che devono essere intercalati in un contesto di gestione del territorio intelligente. Le zone marginali vanno presidiate dall’uomo con una micro economia che se messa in rete, sa divenire neurale e sa generare l’ecologia stessa dalla capacità produttiva.

L’europarlamentare dott. Marco Zanni, Presidente del gruppoparlamentare Identità e Democrazia ha quindi illustrato l’attuale quadro del Programma e proposte di adozione normativa visto da dentro le istituzioni europee, riflettendo su come su alcuni degli importanti temi trattati, l’Italia sia ancora deficitaria. Il tema, ad esempio, della “Casa Green” è un tema sul quale a livello europeo l’attenzione è stata posta già da tanti mesi e sul quale sono state già assunte varie proposte, ma l’Italia è ancora indietro nell’avanzare proposte presso le opportune commissioni suggerendo quindi di assumere un atteggiamento maggiormente “pro-active” di dialogo cogli interlocutori europei.  

Al momento l’istituzione europea si sta occupando anche del REPowerUE, che sono dei fondi aggiuntivi rispetto quelli del PNRR con un piano volto a:

  • risparmiare energia;
  • produrre energia pulita;
  • diversificare il nostro approvvigionamento energetico.

Ulteriore filone verso il quale l’UE sta mostrando grande laboriosità attiene a obiettivi di politica industriale, già disposti dal 2019. In quell’occasione venne ritenuta necessaria una revisione degli obiettivi del bilancio europeo, tralasciando le politiche tradizionali, verso politiche nuove: transizione energetica, digitalizzazione e difesa aerospazio anche se in maniera minimale. Inoltre quello dell’intelligenza artificiale, è un altro dei grandi temi su cui l’Unione Europea ha puntato e su cui le economie degli Stati Membri devono per forza di cose puntare. Un settore importante per l’Italia rimane quello della componentistica automotive: fissare obiettivi irrealizzabili e vincolanti rischia di distruggere una capacità industriale che non si può ricostruire o non si può traslare, facendo perdere inutilmente posti di lavoro, senza garantire la transizione ecologica.

Il Presidente dell’Ordine degli Architetti, Arch. Francesco Miceli, ha evidenziato come  gli architetti possono dare un contributo fondamentale sia nella progettazione di edifici nuovi che nel recupero del patrimonio edilizio esistente nell’ambito degli obiettivi prefissati dall’UE ma non possono farlo da soli  perché un’architettura “ecocompatibile” riguarda sistemi costruttivi, materiali innovativi che rientrino tutti nel ciclo di produzione e/o trasformazione urbana, creando dunque un’economia circolare che consenta di superare quegli ostacoli e quegli elementi che oggi determinano le condizioni di inquinamento ambientale che si conoscono. Sicuramente l’efficientamento energetico di un fabbricato, non può non impattare sull’aspetto della programmazione territoriale. In alternativa agli incentivi fiscali e ai bonus già in essere, sarebbe necessario predisporre interventi di vera e propria rigenerazione urbana, periferica e rurale con tutte quelle che sono le loro componenti. E quindi non solo efficientamento, ma anche sicurezza dei fabbricati, salubrità, urbanizzazione e servizi, obiettivi per i quali gli architetti sono pronti ad apportare  il loro contributo.

Altro punto cardine contenuto nel programma “Fit for 55%,” è legato al fatto che si auspica un settore pubblico più efficiente in termini di energia, sottoponendo a revisione le procedure di appalto pubblico per integrare meglio i requisiti in materia di efficienza. A questo riguardo è intervenuto il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, l’ Ing. Angelo Domenico Perrini, il quale ha osservato come nella bozza del nuovo Codice degli Appalti attualmente in discussione presso il Parlamento, va sicuramente accolto favorevolmente il superamento del ricorso automatico al criterio del “prezzo più basso” per le prestazioni di natura intellettuale, nella misura in cui il nuovo codice dispone che la stazione appaltante e gli enti pubblici perseguono il risultato dell’affidamento del contratto e della sua esecuzione con la massima tempestività ed il miglior rapporto possibile tra qualità e prezzo. Il CNI condivide quindi questa semplificazione ottenuta aumentando la discrezionalità delle amministrazioni e rimuovendo, ove possibile il “gold plating”, oltre la digitalizzazione delle procedure, specie sul principio della unicità dell’invio dei dati, dei documenti e delle informazioni alle stazioni appaltanti.

Circa invece la proposta di legge sull’equo compenso approvata da poco alla Camera dei Deputati, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ritiene che questo sia un indiscutibile passo avanti che restituisce dignità al professionista, valorizzando il suo ruolo sociale, economico e istituzionale. Ma soprattutto difende il diritto dei cittadini a ricevere servizi di qualità. Stabilire un compenso equo mette la società civile al riparo da pericolose “gare a ribasso” che rischiano di pregiudicare la qualità delle prestazioni offerte. Il CNI ritiene perciò utile prevedere la definizione di tabelle aggiornate dei corrispettivi commisurate al livello qualitativo delle prestazioni e delle attività richieste, proprio in ossequio al principio dell’equo compenso e che sia fatto obbligo alle stazioni appaltanti di riferirsi a tali tabelle, ai fini dell’individuazione dell’importo da porre a base della gara di affidamento.

Circa poi la questione dei concorsi di progettazione, ad avviso del Presidente CNI, sarebbe più auspicabile che fossero svolti in due fasi, in cui nella prima fase vengono scelti i migliori concorrenti e che poi il progetto di fattibilità tecnica sia presentato soltanto da questi soggetti.   

Altro punto importante del Programma “Fit for55%”  attiene agli obiettivi di riduzione di C02 nel settore trasporti. A questo riguardo, si ricorda infatti che nel giugno 2022 gli Stati membri dell’Unione Europea hanno concordato un orientamento generale sulla proposta della Commissione Europea che rafforza i livelli delle prestazioni in materia di gestione delle emissioni CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi. E nell’ottobre 2022 il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo comune sulla proposta che dovrà essere adottata dalle due istituzioni. Le autovetture e furgoni producono infatti circa il 15% delle emissioni totali di CO2 nell’UE, il principale gas a effetto serra.  A partire dal 2035 le autovetture e i furgoni nuovi immessi sul mercato dell’Unione Europea, dovrebbero essere tutti a emissioni zero. A questo riguardo è intervenuto il dott. Virgilio Fagioli, Vicepresidente Nazionale ANAEPA Confartigianato, evidenziando chel’Italia non è ancora pronta ad accogliere veicoli elettrici ad emissione zero e questo perché oltre a non avere infrastrutture idonee, si mettono in difficoltà tutte le aziende che devono intraprendere l’acquisto di veicoli ecosostenibili.  Ecco che decisioni di questa portata devono essere condivise e valutate di concerto tra tutti i soggetti interessati.

Il Convegno chiude quindi con l’esame sull’impatto a livello occupazionale che il Programma potrà avere: in particolare,  un recente studio ha stimato gli effetti postumi della riduzione delle emissioni nette globali a zero entro il 2050 sui livelli occupazionali a livello globale.

Le aziende italiane hanno la possibilità di partire da iniziative di efficientamento energetico e di sostenibilità per trasformarsi e innovarsi, puntando su competenze e visione. A tal proposito lo Specialties Team Manager di Randstad Italia, dott. Paolo Passoni ha riferito che nel contesto storico in cui ci troviamo occorre considerare le risorse umane in termini di:

  • scarsità quantitativa, legata a problemi demografici e di carenza numerica di personale disponibile;
  • scarsità qualitativa una scarsità di competenze, fortemente legata a una mancanza di attrattività percepita presso i giovani verso il mondo dell’edilizia

trend che dovranno necessariamente essere invertiti per raggiungere gli obiettivi prefissati. 

L’ Amministratrice della Geo Network, società di software per l’edilizia e lo studio professionale, Dott.ssa Andreana Hedges ha commentato: “Ritengo che questo evento abbia apportato maggior consapevolezza sulle opportunità ma anche importanti sfide consequenziali all’ adozione del pacchetto ambientale Europeo. Allo stesso tempo è un momento per i rappresentanti delle categorie professionali direttamente coinvolte di esprimere al mondo politico il loro pensiero in merito, frutto dell’esperienza lavorativa quotidiana.

Abbiamo avuto piacere di sostenere questo evento che si svolge con lo stesso spirito di condivisione di informazioni nell’ambito degli eventi formativi istituzionali che Geo Network ha svolto nel 2022 dal Senato della Repubblica Italiana e dal Palazzo dei Gruppi parlamentari in merito al tema del Superbonus e altri bonus fiscali fruibili.”

Andreana Hedges

Autore

Andreana Hedges

Amministratore Geo Network e Responsabile Divisione Formazione e Marketing

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